Ciclocartografia partecipata

Segnalo a tutti i poveri ciclisti milanesi (e non…) due ottimi siti di “ciclocartografia partecipata”: il primo è il Criticalmap, mentre il secondo è PisteCiclabili.com su cui si sta creando un interessante banca dati delle piste presenti sia in città che fuori porta.
(Da Ecoblog)

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Aspettando il 6 nazioni di Marco Paolini

Per un bel ripasso prima dell’inizio del 6 nazioni consiglio, dal sito di La7, le video-lezioni di Paolini sulle regole del gioco!

    1. Il campo
    2. La palla
    3. La mischia
    4. La touche
    5. ll calcio
    6. Il placcaggio

      Il rugby è uno sport da gentlemen. Prima di tirare il pallone, indietro, al tuo compagno, tu devi controllare che lui stia bene, che sia ben disposto, aperto, disponibile, ottimista. Non puoi tiragli un pallone vigliacco che gli arriva assieme a due energumeni che gli fanno del male.Però mentre tu fai tutto questo bel ragionamento etico, ce n’è altri ventinove che ti guardano di cui, quattordici tuoi e quindici no, e di questi, tre ti corrono addosso, due grossi e uno piccolo, ma cattivo, e la prima tentazione è di dare il pallone al tuo compagno.
      Marco Paolini

      Il Re-designer

      Pubblico l’abstract dell’interessante tesi del mio amico-collega FF sul re-designer dei quotidiani.

      Nella società contemporanea il quotidiano non è più solamente un giornale che viene pubblicato ogni giorno. La sua definizione si è estesa e non si dovrebbe attualmente parlare di quotidiani, ma di brand mediatici che confezionano e distribuiscono storie multicanale: dal momento in cui la notizia accade fino all’uscita del quotidiano, il giorno seguente. I lettori sanno che quando acquistano il quotidiano le notizie sono già vecchie e, per questo motivo, cercano contestualizzazione, approfondimento e chiedono una selezione. Essere un newspaper designer significava, fino a pochi anni fa, occuparsi esclusivamente dei layout delle pagine e delle fonti tipografiche; oggi significa invece ripensare all’intero processo.

      Scopo di questa tesi è riflettere sulla trasformazione in corso, cercando di valutarne le criticità, ma anche le opportunità. Essa vuole proporre il passaggio dal redesign al RE-Designer, un nuovo paradigma progettuale ed una nuova epistemologia della pratica professionale del designer. La proposta si fonda sulla considerazione che l’immediata reazione, impulsiva e superficiale, della maggior parte dei quotidiani, nostrani ed esteri, è stata una corsa a rifarsi il trucco — dimagrendo per abbattere i costi della carta e sfoggiando il full color per cercare di piacere agli inserzionisti e a un numero maggiore di lettori — senza un’approfondita e precedente riflessione sulle ragioni di quanto sta accadendo. Si avanza l’ipotesi che in contesti progettuali favorevoli, il progettista possa acquistare un ruolo rilevante grazie alle sue caratteristiche di multidisciplinarità, empatia e creatività, caratteristiche che sono funzionali allo sviluppo della capacità di comprendere la realtà-società-complessità e finalizzate alla riuscita di un buon progetto di redesign; inteso non come ri-disegno, ma come ri-progetto e ri-pensamento. Questa tesi vuole sottolineare l’importanza del modus operandi del designer e la sua integrazione, nel processo decisionale prima e nel gruppo di lavoro poi, al fine di creare un prodotto editoriale di successo, laddove l’innovazione — al di là della distribuzione, della forma e del contenuto — sta in un flusso produttivo ottimizzato, in cui pianificazione, creatività e lavoro di gruppo sono il fulcro del processo di confezionamento dell’informazione.

      Se volete saperne di più FF vi aspetta su www.re-designer.org

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